Convegni

The Reprisal

Presentazione del romanzo di Laudomia Bonanni, ora in inglese.

Un gruppo di fascisti alla macchia cattura una Partigiana, la Rossa, in stato di gravidanza e la uccide dopo che ella ha partorito. Tra la cattura e la fucilazione, i due eventi che si pongono agli estremi cronologici del libro, si manifesta la tessitura narrativa del romanzo che è dunque, al fondo, la cronaca di un’attesa, durante la quale si adempie il destino dei personaggi. Un'attesa intrisa dall'opposizione tra le parti, egualmente consapevoli della spirale d’odio in cui sono intrappolate. La guerra è narrata come una catena infernale di violenze di cui non è semplice rintracciare l’anello iniziale. Una catena “che lega tutti i personaggi della vicenda e li obbliga ad una logica di ritorsioni che non lascia scampo

Disse la donna: “Siete soli come cani rognosi”. Gli rispose: 
“E va bene, siamo soli come cani rognosi. Gli odi della montagna sono tenaci. Si è creata questa situazione e non c’è scampo. A chi toccherà la prossima volta? A chi brucerà la casa? Chi verrà massacrato come Barborino? Chi lo ha atterrato a bastonate come il tedesco? O fucilato? Ecco che ci aspetta se torniamo ora.” Disse la donna: “È stato seminato odio per vent’anni.” E Lui: “Prima lo avevano seminato gli altri”. “Già – si mise a mugulare Annaloro – chi ha cominciato? Questo è il guaio. Non si può mai sapere chi ha cominciato”. Vent’anni prima, ragazzaccio spavaldo, anche lui aveva menato il manganello. "Beh, Cristo, quelli mica se ne erano dimenticati. È tutta una catena".

La Rappresaglia perciò non è una semplice trasposizione narrativa della guerra in Abruzzo; non è solo l’adesione incondizionata ad una delle parti che l’hanno compiuta; la Rappresaglia costringe ad una riflessione profonda sulla vita, sulle logiche che impone un conflitto, sulla condizione di precarietà esistenziale dei tanti che l’attraversarono in una pluralità di condizioni, voci, convincimenti e in una prospettiva di “lunga durata”, che non è possibile semplificare. La figura della Rossa e il suo stato di gravidanza, che è metafora pregnante dell’atto di amore incondizionato di cui è portatrice la natura femminile, infine, richiama l'attenzione alla condanna della violenza in ogni sua forma.

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