Storia e documentazione


09 mar 1944

Autonomia per la Banda della Maiella

Il requisito dell’apartiticità rimase una caratteristica della Maiella, senza implicare un disinteresse politico. Ettore Troilo, di solida fede socialista (era stato allievo di Turati e collaboratore di Matteotti), evitò di esercitare influenza politico-ideologica sui suoi uomini. Lo stesso atteggiamento fu tenuto dal vice comandante Domenico Troilo, che pure, nella primavera del 1944, aderì al partito comunista. Orientamento esplicito comune a tutti i membri della "Maiella"  fu invece quello istituzionale a favore della Repubblica, che consentì ad Ettore Troilo di resistere alle esortazioni del capo di stato maggiore Messe di entrare a far parte dell’esercito regolare che si andava ricostituendo, conservando in tal mondo autonoma libertà di ispirazione e d’azione per la propria Banda. Pertanto la “Maiella” fu ufficialmente riconosciuta dal Regio Esercito come il primo reparto autonomo di volontari italiani. Gli Abruzzesi, ricordando l’abbandono del Re Vittorio Emanuele III da Ortona, combatterono nell’organico strutturale dell’Esercito senza portare le stellette, indossando solo il tricolore.
Significativo rimane l’episodio del 9 marzo 1944, quando il Generale Giulio Properzi, Comandante la 209a Divisione di Fanteria, che aveva preso amministrativamente in carico la Banda, si recò a Casoli per portare ad una rappresentanza di combattenti appositamente convenuta dal fronte il plauso suo e del Maresciallo Messe. Il Generale invitò i Patrioti schierati al saluto al Re, ma nessuna voce rispose. Ripetuto il saluto, questo non fu ancora raccolto. Al terzo invito una voce sola gridò “Viva l’Avv. Troilo”; e a questa fece eco un grido compatto: “Viva l’Italia!”. Il Generale abbozzò un sorriso e rinunziò al saluto al Re.